L’Ing. Angelo Mandato ci racconta dell’esperimento di SESA Este sulla coltivazione idroponica e della sua importanza per un’agricoltura sostenibile a livello economico.
Viviamo in un pianeta occupato per il 71% da oceani costituiti da acqua salata e per il 29% da terra ferma. Ma soprattutto in un momento storico in cui le risorse naturali si stanno esaurendo. Il suolo destinato alle coltivazioni si riduce di giorno in giorno mentre la popolazione mondiale cresce in modo esponenziale. Si stima che, globalmente, il numero di persone denutrite oggi sia superiore a 800 milioni, un numero in progressivo aumento. Questo dato dipende da conflitti, inquinamento dei terreni e crisi economiche, ma anche da una serie di fattori climatici dovuti alla scarsità di fonti idriche.
Tra i metodi di coltivazione in grado di funzionare anche in ambienti estremi, e quindi in grado di garantire la produzione di cibo, troviamo un sistema che esclude totalmente o in parte l’impiego di suolo. Si chiama idroponica, una tecnica destinata a diventare una delle coltivazioni del futuro. Si tratta in realtà di una tradizione antica che affonda le radici nei giardini pensili dell’antica Babilonia. Anche i popoli che vivevano sulle zone montuose delle Ande applicavano questa tecnica nell’agricoltura. Costoro realizzavano giardini idroponici sulla superficie dell’acqua con l’uso di bancali di paglia.
L’idroponica, o coltivazione fuori suolo, prevede l’eliminazione o la sostituzione del terreno con diversi tipi di substrati. È sempre previsto invece l’utilizzo dell’acqua da cui le radici delle piante attingono le sostanze nutritive necessarie alla loro crescita.
Utilizzando questa tecnica si può coltivare ovunque, anche in regioni geografiche dove il clima è sfavorevole, dove il terreno non è lavorabile oppure c’è poca superficie occupabile dalle coltivazioni.
SESA Spa investe molte risorse anche nell’ambito della ricerca e della sperimentazione e ha installato presso le sue serre dei moduli per la coltivazione idroponica. Si tratta dell’Agritube, un sistema semplificato di agricoltura idroponica fuori suolo. Il progetto ha come finalità principale la sostenibilità economica del sistema agricolo, in un’ottica di economia circolare. Si tratta di un insieme di tubazioni rigide e di tubi flessibili collegati a una cisterna da 400 litri. Qui una pompa mette in circolazione una soluzione liquida in cui vengono sciolti i concimi.
Ecco le parole dell’Ing. Angelo Mandato di SESA mentre spiega questo esperimento sulla coltivazione idroponica: “Ogni modulo può coltivare circa 120/240 piante in un’area di 8/15 mq. Il flusso che trasporta la soluzione nutritiva non richiede pressione ed è garantito attraverso il movimento dell’acqua in caduta. Così si limita l’utilizzo orario della pompa che comunque può essere alimentata da energia elettrica solare. Nel nostro caso l’energia elettrica proviene invece dalla valorizzazione dei rifiuti organici recuperati nell’impianto”.
“I cicli di riempimento e svuotamento garantiscono la corretta ossigenazione dell’apparato radicale”, prosegue l’Ing Angelo Mandato. “Conferiscono alla pianta sia l’omogeneità dell’irrigazione che la regolazione del livello dell’acqua all’interno del tubo di coltura. Nell’Agritube si possono coltivare diverse tipologie di ortaggi, prevalentemente quelli a foglia come lattuga, radicchio ma anche pomodori o fragole.
La sua versatilità si è dimostrata anche quando gli addetti hanno sostituito il concime chimico con il compost ammendante prodotto proprio da SESA Este. Una volta sciolto nell’acqua delle cisterne il compost si è comportato come un vero e proprio fertilizzante. Per il test sono state utilizzate piante di lattuga e i risultati sono stati molto buoni sia in termini di salute della pianta sia di produzione.
Inoltre, i moduli di idroponica si prestano benissimo anche come laboratorio pratico per il coinvolgimento delle scuole che si recano in visita presso l’impianto.
La Società S.E.S.A. S.p.A. opera nel rispetto dei requisiti della propria Politica Aziendale, in un Sistema di Gestione Integrato che raggruppa aspetti inerenti la Qualità, l'Ambiente e la Sicurezza, nell'ottica del miglioramento continuo.