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SESA Spa – SESA Este – di dedica ad attività rigenerative dei rifiuti organici creando ottimo composto e ammendante anche dalla biodegradazione dei manufatti in bioplastica certificata

S.E.S.A. Spa: il recupero delle bioplastiche nell’umido

Da quasi trent’anni SESA Spa nell’impianto di Este in provincia di Padova, si dedica a importanti attività rigenerative riguardanti i rifiuti organici. Occorre però tener presente che alla base di tutto il sistema è necessaria una raccolta differenziata dell’umido di qualità. Per recuperare in maniera efficiente i rifiuti e trasformarli in ammendanti, energia elettrica o termica, biocarburanti e anidride carbonica servono passione, esperienza e tecnologia.

L’Italia ha introdotto dal 1° gennaio 2022, l’obbligo di raccolta differenziata della frazione umida. In tutti i Comuni italiani, gli scarti organici devono essere necessariamente separati dagli altri rifiuti. Infatti, la purezza rappresenta l’ingrediente fondamentale per poter procedere alle operazioni di recupero. A tal proposito, si rammenta che le quantità di rifiuti avviate a riciclaggio nel rispetto degli obiettivi europei del pacchetto Direttive “Economia Circolare”, sono fissati sull’effettivo riciclaggio di quanto raccolto (65% entro il 2035) e non più sulla sola raccolta differenziata.

È per questo che l’umido raccolto nelle nostre abitazioni, nei ristoranti e nelle mense non deve essere contaminato da imballaggi in plastica, in vetro o metallo. La normativa italiana ha disposto che insieme ai residui di cibo, possono essere raccolti anche gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, certificati UNI EN 13432. Si tratta di sacchetti in bioplastica utilizzati per l’asporto merce, ovvero quelli che troviamo alla cassa del supermercato o nel reparto ortofrutta. A prevedere che tali imballaggi siano raccolti insieme all’umido è il decreto legislativo 116/2020 che recepisce in Italia la direttiva europea 2018/851 in materia di rifiuti.

Anche le bioplastiche possono dar vita un compost di qualità

La norma EN 13432 del 2002 (“Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”) stabilisce quali caratteristiche un materiale deve possedere per potersi definire biodegradabile e compostabile.  Per biodegradabilità si intende la capacità di una sostanza/materiale/prodotto di essere degradato in sostanze più semplici mediante l’attività enzimatica di microrganismi. La compostabilità di un manufatto si riferisce, invece, alla capacità di un materiale/manufatto di decomporsi durante un processo di compostaggio senza creare ostacoli nell’impianto di trattamento e senza influire negativamente sulla qualità del compost finale ottenuto.

Per S.E.S.A. Spa shopper, sacchetti per l’asporto dell’ortofrutta o dedicati alla raccolta dell’organico ma anche manufatti in bioplastica rigida come le posate realizzati in bioplastica certificata UNI EN 13432 mantengono alto il profilo della qualità dell’umido. Inoltre riescono a essere processati senza difficoltà diventando parte di prodotti fondamentali per l’economia circolare come il compost.

SESA Spa – SESA Este – di dedica ad attività rigenerative dei rifiuti organici creando ottimo composto e ammendante anche dalla biodegradazione dei manufatti in bioplastica certificata

Come avviene la trasformazione delle bioplastiche assieme ai rifiuti organici in SESA Spa di Este

L’impianto di Este conferisce l’umido contenuto all’interno di sacchi in bioplastica biodegradabile e compostabile in apposite vasche di accumulo. Qui ha inizio una sorta di pre-idrolisi dei materiali organici compresi i manufatti certificati UNI EN 13432. Particolari condizioni di temperatura, un pH acido e una fondamentale attività microbica, preparano le bioplastiche a proseguire nel flusso del materiale organico, trasformato in liquido attraverso le operazioni di pretrattamento, verso il recupero.

I vari processi di lavorazione svolgono un’azione sinergica tale da consentire la completa biodegradazione e disintegrazione dei rifiuti organici e naturalmente anche dei manufatti in bioplastica sia flessibile (shopper) sia rigida (posate).

Nella fase di raffinazione finale del processo conclusivo di compostaggio, eseguita per ottenere ammendante compostato di qualità, ricaviamo anche un flusso che è rappresentato da scarti ligneocellulosici. Questi scarti sono ricircolati in testa alla fase aerobica e possono contenere elementi in bioplastica rigida che non si sono completamente degradati durante il primo ciclo di recupero. Quindi un eventuale frammento di posata in bioplastica, una volta inserito nuovamente nel processo aerobico, si trasforma completamente in ammendante così come avviene per gli elementi ligneocellulosici come il legno delle potature che necessitano di più cicli di compostaggio per degradarsi completamente. Quindi questi frammenti vengono fatti ricircolare in testa a una nuova fase aerobica.

S.E.S.A. Spa ha sottoscritto la convenzione con Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. L’accordo prevede la promozione della raccolta differenziata della bioplastica compostabile assieme alla frazione umida e la riduzione dei materiali estranei non compostabili.

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