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SESA SPA di Este: un approfondimento tra storia, arte contemporanea e il rifiuto

SESA SPA di Este: un approfondimento tra storia, arte contemporanea e il rifiuto – parte prima

Picasso, Braque e Schwitters: rivoluzione artistica attraverso il riciclo creativo

In questo primo capitolo di questo nostro approfondimento vogliamo mostrarvi un breve excursus storico, attraverso autori e opere rappresentative, che ci permetterà di comprendere come oggetti comunemente considerati scarti (ovvero rifiuti e immondizia) siano stati impiegati nell’arte visiva contemporanea con risultati emozionanti. 

Lea Vergine, storica dell’arte e curatrice, in un’intervista effettuata per Rai Educational in merito alla mostra Quando i rifiuti diventano arte, da lei curata, presso il MART di Rovereto nel 1997, parla dei rifiuti: “Un angolino, quello dei rifiuti, che fa parte non solo del gesto fisico, del quotidiano concreto, ma del nostro mondo intimo, del modo di rapportarci agli oggetti, alle foto, agli avanzi. Quando mi trovo di fronte a un quadro o a una scultura fatta con questa strategia prima mi rendo conto dell’emozione che passa dal quadro e poi mi accorgo che è fatto con rifiuti. Lo hanno fatto i futuristi, lo ha fatto Picasso. È stata una frequentazione da parte di tutti, è stato un fenomeno in cui ognuno si è voluto cimentare. Tutto questo nasce negli stessi anni in cui nasce la psicanalisi: l’oggetto rifiutato assume un valore simbolico sempre più forte. Ognuno di noi a un certo punto della propria vita è oggetto di rifiuto, cioè viene trattato come un rifiuto, abbandonato, distrutto, calpestato. È una delle esperienze umane”.

Lea Vergine con queste parole sottolinea quanto ancora sia importante l’aspetto comunicato dall’opera d’arte al fruitore. Interessante anche è che da un certo momento storico in poi i materiali utilizzati fossero gli scarti, come se dal rifiuto si potesse ricreare e trasformare l’idea/oggetto e farla rivivere, ponendola al centro di uno spazio sacro come quello dell’arte. Per la curatrice lo stato dell’arte oggi e quindi la presenza del rifiuto nell’arte è uno specchio di quello che è il sentimento comune di questi tempi: l’aumentare del disagio sociale si è concretizzato in questo tipo di arte. L’ esibire rifiuti è fare in modo che il quotidiano entri nella denuncia culturale, ciò avviene per esprimere particolari istanze contemporanee. È con le avanguardie storiche, fin dai primi anni del ‘900, che possiamo assistere ad un cambiamento culturale che è sfociato anche nei materiali utilizzati per creare un’opera d’arte. 

SESA SPA di Este: un approfondimento tra storia, arte contemporanea e il rifiuto
Nature morte à la chaise carrée del 1912 – Picasso sceglie una corda da marina vera che delinea la cornice del quadro e un pezzo di tela cerata con l’impagliatura di vimini a rappresentare una sedia. 

La tecnica del collage e dell’assemblage

La prima innovazione avviene con la tecnica del collage, termine che indica una composizione di frammenti di carta uniti ad altri materiali disposti su un supporto. Sono gli artisti Pablo Picasso e Georges Braque che, per primi, utilizzano il collage per distaccarsi da quella che era la tipica modalità della pittura e della scultura. Sulla tela compaiono materiali di varia natura quali carta da parati, a imitazione di marmo o legno, carta di spartiti, carte da gioco, etichette, che vengono uniti tra loro e sulla tela, donando volume e movimento alla tela stessa. 

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Chitarra è un’opera realizzata nel 1913 dal pittore spagnolo Pablo Picasso. L’autore l’ha creata avvalendosi del carboncino, matita, inchiostro e carta incollati su tela. 

Altra tecnica è l’assemblage, il termine è stato coniato da Jean Dubuffet nel 1953, per definire un’opera tridimensionale caratterizzata dall’unione di diversi materiali (spesso di scarto) o oggetti incollati tra di loro. Un altro assemblaggio, uno dei più noti, è l’Esprit de notre temps di Raoul Hausmann del 1919: l’opera è costituita da una testa di legno di un manichino con incollati diversi oggetti, alcuni elementi sono legati all’esperienza quotidiana come il portafoglio in pelle, il cartoncino bianco, il portamonete. 

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L’Esprit de notre temps di Raoul Hausmann del 1919

Ma è Kurt Schwitters l’artista autore dell’assemblaggio a dimensioni ambientali più celebre della storia dell’arte contemporanea, il Merzbau (1923-1936). Si trattava in questo caso di un vero e proprio ambiente che Schwitters ha cominciato a costruire progressivamente a partire dal 1923, presso la sua abitazione ad Hannover: era costituito da oggetti vari, quotidiani, materiali di scarto disposti ovunque, dalle pareti al soffitto, creando una sorta di “scomposizione” cubista. La costruzione dell’ambiente era iniziata dallo studio, intorno a una scultura detta Colonna della miseria erotica con ritagli di giornale, manifesti, fotografie sottratti al flusso quotidiano delle merci. La struttura intorno alla scultura originaria poi si ingrandì, venne creata una struttura architettonica più grande, organizzata in pareti di legno rivestite e coinvolgeva tutti i locali della casa. Il Merzbau era il risultato della vita quotidiana, formata di incontri ed eventi, guidati dal caso. 

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Kurt Schwitters, il Merzbau (1923-1936)

Kurt Schwitters descrive in questo modo la sua arte: “La parola Merz significa nella sua essenza l’assemblaggio di tutti i materiali possibili e immaginabili per scopi artistici, e in senso tecnico l’uguale valorizzazione di principio dei singoli materiali. La pittura Merz non si serve dunque soltanto del colore e della tela, del pennello e della tavolozza, ma di tutti i materiali percepibili all’occhio e di tutti gli utensili necessari. 

Leggi: SESA SPA di Este: un approfondimento tra storia, arte contemporanea e il rifiuto – parte seconda

Bibliografia 

F. BONAMI, Arte contemporanea: duemila, Mondadori Electa, Milano 2008 

S. BORDINI, Arte contemporanea e tecniche, Carocci, Roma 2007 

N. BOURRIAUD, Estetica relazionale, Postmedia, Milano 2010 

M. L. CIMINELLI, D’incanto in incanto: storia del consumo di arte primitiva in Occidente, CLUEB, Bologna 2008 

J. CLAIR, Marcel Duchamp il grande illusionista, Abscondita, Milano 2003 

A. DETHERIDGE, Scultori della speranza: l’arte nel contesto della globalizzazione, Einaudi, Torino 2012 

G. GARZIA, E. MARCHETTI, G. L. TUSINI, Rifiuti e società contemporanea. Arte, storia e regole giuridiche, Aracne, Roma 2012 

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